Vorrei, ma non riesco…
Perché è così difficile cambiare?
Entriamo ancora di più nello specifico.
Perché è così difficile cambiare… anche quando ci si arma di buone intenzioni?
È un’esperienza molto comune, che spesso si verifica a ridosso dell’anno nuovo: immaginare, con entusiasmo, di cambiare se stessi, e poi… gettare la spugna.
Sembra esserci un divario ampio come un burrone, tra la volontà di cambiare e la realizzazione del cambiamento.
E più si ripetono esperienze di cambiamento “fallito”, più la motivazione a impegnarsi nel cambiare si fa debole.
Difficoltà a cambiare: da cosa dipende?
Le ragioni per cui cambiare è difficile (e questo vale per tutti!) sono varie e complesse.
Proviamo a vederne qualcuna.
- Aspettative troppo alte: cambiare se stessi o le proprie abitudini è un’acquisizione graduale. Se ci si pone obiettivi troppo complicati dal nulla, è facile che ci si ritrovi a non poterli centrare. La conseguenza è un calo di motivazione, generato dalla sensazione di aver fallito e una domanda profonda e interiore che fa capolino, e sussurra: «perché non ci riesco mai?»;
- Strategie inefficaci: se è vero che cambiare è un’esperienza di acquisizione graduale, come detto, allora la strategia che paga di più è quella dei piccoli passi. Se si è abituati a svegliarsi alle 9.00 di mattina, non ci si può imporre di punto in bianco la sveglia alle 6.00 soltanto perché si desidera essere più produttivi durante la giornata. Il corpo ne soffrirà, generando una risposta di avversione al tentativo di cambiamento.
Corpo e mente, invece, vanno abituati in maniera progressiva. La ripetizione di abitudini rinforza la motivazione. Questo vale per i comportamenti che intendiamo cambiare (ed è anche per questo che è tanto difficile farlo!) ma può essere giocato anche a proprio vantaggio, ristrutturando la propria routine un passo alla volta fino a creare nuovi schemi di comportamento; - Ragioni inconsce: non ce ne rendiamo conto, ma molto spesso la difficoltà a cambiare è generata da un blocco di cui non siamo consapevoli, in grado di sottrarre silenziosamente carburante al motore del cambiamento. Non è possibile fare un elenco di queste ragioni inconsce, poiché variano da persona a persona. Tuttavia, se ne può avere in qualche modo un abbozzo di consapevolezza quando ci si rende conto, a ben vedere, che le difficoltà nei vari tentativi di cambiamento in cui ci imbarchiamo, sembrano dipendere sempre dallo stesso motivo: pigrizia, timidezza, etc.
Come risolvere la difficoltà a cambiare?
Se si analizzano i primi due casi, cambiare è una questione di strategia: piccoli passi per obiettivi graduali, via via sempre più impegnativi.
Il problema è che quasi mai si tratta semplicemente di una questione di strategia…
Cambiare è un’esperienza complessa per l’essere umano, che si tratti di cominciare una dieta o di elaborare il lutto di una persona che non c’è più.
Ricalibrare i propri schemi d’azione e di pensiero è difficile non soltanto perché anni e anni di abitudine li hanno consolidati nel tempo.
È difficile perché quegli schemi si sorreggono su una sorta di valutazione positiva inconsapevole.
Vale a dire: c’è un motivo se si è…
- troppo timidi per conoscere nuove persone;
- troppo spaventati per cambiare lavoro;
- troppo pigri per intraprendere uno sport;
- troppo irascibili per perdonare le piccole manchevolezze di un partner;
e così via.
Il motivo è una sensazione di equilibrio che corpo e mente, nel corso del tempo, si sono costruiti a partire da queste caratteristiche.
Quel tipo di comportamenti o di stati d’animo sono duri a cambiare perché la nostra mente è convinta che non ci siano strade migliori per tenere in piedi questo equilibrio.
L’impressione soggettiva è quella di un malessere, che genera il desiderio di cambiamento:
- vorrei essere più sicuro di me!
- vorrei essere più coraggioso!
- vorrei avere più forza di volontà!
- vorrei essere più sereno!
La realtà delle cose è che una forza interiore e contraria a quella del desiderio di cambiare tiene incollati ai vecchi schemi e li salvaguarda.
Cambiare è innanzitutto capire.
Capire cos’è che, nel profondo, mantiene intatte le caratteristiche che desideriamo modificare.
Il motivo che tiene in piedi gli schemi più familiari non è mai evidente, o… banale; si nasconde nella vita emotiva e nella storia biografica della persona.
La psicoterapia può far luce nel profondo: individuare ciò che rinsalda quegli aspetti che sentiamo indesiderabili e intraprendere il necessario percorso per modificarli.
Non si tratta di cambiare da così a così, come tanti sedicenti “guru” promettono di fare.
E non si tratta neanche di cambiare in quattro e quattr’otto: ciò che siamo, nel bene e nel male, si è consolidato del tempo. Ne occorrerà altro per “sistemare” le storture che percepiamo in noi stessi.
Cambiare grazie alla psicoterapia significa ammorbidire la rigidità di quelle caratteristiche personali che sentiamo far parte di noi in maniera così connaturata, e poco a poco manifestare un’alternativa di pensiero e di comportamento.
Per chi desidera cambiare senza riuscirci, l’alternativa esiste soltanto a livello cognitivo:
- certo che esiste chi è più sicuro di me…
- certo che esiste chi è più coraggioso di me…
- certo che esiste chi ha più forza di volontà rispetto a me…
- certo che esiste chi vive con più serenità le proprie relazioni…
Eppure, non esiste a livello concreto:
«gli altri sono così o colì… io non lo sarò mai!»
La psicoterapia, arrivando alla radice del blocco che impedisce di cambiare, rende l’alternativa finalmente possibile:
«non ho più bisogno di essere così… quindi posso essere colì!»
Cambiare grazie alla psicoterapia è proprio questo: individuare un’opzione diversa da quelle che si sono sempre scelte nel tempo, e sentirla davvero raggiungibile.
L’alternativa diventa un’estensione della possibilità di essere se stessi.
Francesco Rizzo
Psicologo Psicoterapeuta Padova