Materiale vietato ai minori…?
Nella società moderna, la disponibilità di pornografia è imperante, soprattutto da quando la possibilità di navigare col proprio pc o col proprio smartphone è a portata di mano.
Certo, la pornografia è anche bollata, da sempre, come materiale vietato ai minori.
Eppure, le ricerche dicono altro:
l’adolescenza è una delle fasce d’età che fa maggiormente utilizzo di pornografia sui siti Internet dedicati
E proprio per quanto riguarda l’adolescenza, il fenomeno è in costante aumento.
Potrebbe sembrare una questione moralistica; in realtà, la discussione solleva una questione che ha a che fare con lo sviluppo psicologico e affettivo dei ragazzi.
Il ricorso alla pornografia in adolescenza è un affare critico (e quindi va monitorato attentamente) per motivi che riguardano il benessere dei ragazzi, e non la domanda è giusto o è sbagliato guardare video pornografici.
L’adolescenza, come stagione della vita, è particolarmente sensibile alla pornografia. Come mai?
La ragione riguarda le trasformazioni ormonali che, proprio in quell’età, coinvolgono i ragazzi nel fondamentale processo di maturazione sessuale.
Insomma, in adolescenza il corpo comincia a scoprire le prime eccitazioni sessuali.
La pornografia intercetta questa attivazione corporea: in particolare, offre al ragazzo
- un canale di scoperta del corpo maschile e femminile, nonché, delle dinamiche sessuali;
- un canale d’azione immediato, che permette una scarica “comoda” di questa crescente (e del tutto normale!) attivazione sessuale.
Un adolescente, del resto, fa fatica a confidarsi con i propri genitori, o più in generale, con gli adulti di riferimento.
Per questo, nella pornografia, sente di trovare le risposte alle domande che cominciano ad affacciarsi alla sua mente e… al suo corpo.
Il tutto, senza l’imbarazzo di dover ammettere a qualcuno la propria “ignoranza” in materia.
Quindi, la pornografia è pericolosa?
Sono pericolosi alcuni messaggi che la pornografia finisce per lanciare.
Messaggi che, in adolescenza, è molto difficile elaborare correttamente.
Proviamo a vederne qualcuno.
- La pornografia può causare dipendenza: agganciandosi allo stato biologico di eccitazione, in atto durante l’adolescenza, la pornografia fa sperimentare al ragazzo livelli crescenti di attivazione sessuale, che l’organismo continuerà a cercare con sempre maggiore continuità. Per assecondare questa crescente spinta sessuale, il fruitore di pornografia può sentirsi costretto a cercare materiali sempre più forti;
- La pornografia scinde sessualità e amore: certo, esiste il sesso ed esiste l’amore, non sono due dimensioni necessariamente conciliabili. Tuttavia, in una fase della crescita come l’adolescenza, nella quale l’idea di relazione comincia a costruirsi, può essere rischioso che il ragazzo separi nettamente sessualità e amore senza conoscere l’alternativa. La pornografia mostra persone che godono di un atto sessuale, non persone che si amano; per questo, può veicolare un’idea di intimità disumanizzata;
- La pornografia promuove stereotipi sessuali: la maggior parte dei contenuti sessuali attribuisce caratteristiche di sottomissione al genere femminile, e caratteristiche di dominanza a quello maschile. Anche la pornografia omosessuale rimanda spesso a stereotipi di ruolo.
- La pornografia mostra persone interessate soltanto al sesso: questo modo di raccontare la realtà non corrisponde certo ai veri desideri degli esseri umani, ma un adolescente che vi incappi, può finire per credere che le relazioni si riducano al solo sesso;
- La pornografia non descrive una sessualità sicura: è raro che in un prodotto pornografico vengano mostrati dei profilattici, o si faccia in qualche modo riferimento a metodi contraccettivi. Il messaggio che ne può scaturire è che il sesso non ha mai conseguenze, pertanto può essere praticato senza protezioni;
- La pornografia utilizza soggetti iper-performanti e scene inverosimili: anche in questo caso, il messaggio che può passare all’adolescente è che per avere relazioni sessuali si debba essere superdotati, sia nell’aspetto che negli atteggiamenti, e che non esserlo… sia sinonimo di inferiorità.
E allora… che fare?
Cominciamo col dire che “demonizzare” la pornografia non serve a niente.
La pornografia va tematizzata; vale a dire che va affrontata, capita col ragazzo, in modo da “disinnescarne” il rischio di una fruizione senza nessuna forma di pensiero.
È utile, insomma, un percorso di educazione alla sessualità che, ad esempio, metta in discussione i modelli di comportamento suggeriti dalla pornografia con quelli “reali”.
D’altro canto, parlare di sessualità e di pornografia non è fonte d’imbarazzo soltanto per i ragazzi: molto spesso, mette a disagio anche i genitori stessi.
Eppure, trovare un canale di dialogo su questi argomenti, in adolescenza, diventa fondamentale.
La pornografia in adolescenza può “precocizzare” i ragazzi dal punto di vista di alcune conoscenze legate al sesso.
Tuttavia, se a queste “conoscenze tecniche” non si accompagna un processo di approfondimento della materia sessuale/relazionale a 360° – una sorta di educazione sentimentale – quelle conoscenze possono diventare fonte di confusione e, addirittura, generare sofferenza nei giovani:
«Forse dovrei essere anch’io come quel supermodello/quella supermodella che vedo nei video…»
Il ragazzo, insomma, deve essere aiutato a capire che quanto proposto dalla pornografia è una dimensione parziale, limitata, della sessualità, e che invece la realtà delle relazioni con l’altro ha molti più significati e tante più sfaccettature.
Francesco Rizzo
Psicologo Psicoterapeuta Padova