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«… e faccio sempre scelte sbagliate».

Mi sento autodistruttivo è un’espressione che ricorre sorprendentemente spesso.

Talvolta cambia un po’ la forma, la scelta delle parole, ma non la sostanza.

Mi sento autodistruttivo è una frase che racchiude in sé un’esperienza dolorosa: la convinzione di fare del male a se stessi attraverso scelte e decisioni sbagliate.

Questa sensazione riguarda spesso la vita sentimentale:

Ho lasciato andare una persona importante.

Io e abbiamo troncato, ma è tutta colpa mia.

Ma ha a che vedere, tante volte, anche con la vita professionale:

Come ho fatto a rifiutare quell’offerta?

Come ho fatto a fallire così di grosso quel colloquio?

La sensazione di essere autodistruttivi a volte s’impone in maniera anche meno diretta.

È come l’impressione di essere stati causa del proprio male attraverso piccole azioni, gesti apparentemente insignificanti, che però hanno poi sancito l’insuccesso di una relazione, o il mancato raggiungimento di un obiettivo.

Se avessi fatto così invece che colì

Potevo fare X… e invece, chissà perché, ho fatto Y. Che stupido/a!

Me la sono proprio andata a cercare, col mio atteggiamento…

Una serie di rimproveri rivolti a se stessi che culmina in un’unica, schiacciante certezza:

Sono autodistruttivo. Quello che mi succede è colpa mia.

Autodistruttivo. Perché mi sento così?

La sensazione di essere autodistruttivo è il rovescio di una medaglia molto particolare.

È la medaglia del tentativo di controllo eccessivo sulla propria vita.

Proviamo a capire meglio.

La percezione che ogni elemento della propria vita dipenda unicamente dalle proprie azioni è un’illusione…e pure pericolosa:

  • quando le cose vanno bene, ci innalza l’asticella ancora di più, lanciando il messaggio: non ti fermare, c’è sempre qualcosa che potresti fare ancora meglio
  • quando le cose vanno male… impone alla coscienza un convincimento ancora più insidioso: è colpa mia, ho sbagliato tutto. Da qui, la formula di cui sopra: sono autodistruttivo.

Tutto dipende da me
quindi
se le cose vanno male, è colpa mia

L’equazione è questa.

Ed è doloroso sentire che qualunque cosa non funzioni nella propria vita sia, sempre e solo, per una colpa personale.

Così come dolorosa è la sensazione di remarsi costantemente contro:

È tutto sbagliato, in me!

Invece di puntare al mio benessere, mi boicotto con le mie mani…

Autodistruttivo. Che fare?

Quello che ci succede nella nostra dipende in buona parte dalle nostre scelte.

Ma le nostre scelte non dipendono soltanto da noi

Accettare questo apparente paradosso è il primo passo per intervenire sulla sensazione di essere autodistruttivi.

Ciò che ci succede, e ciò che facciamo, dipende quindi da noi, ma anche dall’impatto che gli altri, con le loro scelte e le loro decisioni, hanno su di noi.

La convinzione inconscia che tutto dipenda da noi, però, mette al riparo da una sensazione dolorosa tanto quanto quella che sussurra all’orecchio sono autodistruttivo.

È la sensazione di essere dipendenti dagli altri.

La sensazione che la propria felicità, il proprio benessere… non siano unicamente farina del nostro sacco.

Ci sono delle motivazioni inconsce alla base della tendenza a riversare su di sé la responsabilità, o la colpa, di tutto quello che succede (fino all’estremo della percezione di autodistruttività).

Non è possibile “catalogare” queste motivazioni, o generalizzarle.

Si tratta di ragioni personali, che originano nel passato e nella storia individuale della singola persona, e che hanno interiorizzato il messaggio pericoloso tutto dipende da me.

Sciogliere il nodo di queste motivazioni inconsapevoli è ciò che si propone di fare una psicoterapia.

Per farlo, occorre innanzitutto arrivare a comprenderle, queste antiche e profonde ragioni che impediscono di vedere il contributo dell’altro (un genitore, un partner, un collega di lavoro, etc.) nelle proprie scelte e nel proprio cammino di vita.

La psicoterapia può trasformare la formula lapidaria

SONO AUTODISTRUTTIVO

in un’espressione più morbida, ma soprattutto, più consapevole, di ciò che succede dentro e che genera un certo tipo di scelte o di atteggiamenti.

Ad esempio, qualcosa del tipo

In occasioni come questa quella, sento che è tutta colpa mia. Invece, posso pensare che…

Ma prima di far ripartire la macchina lungo strade più sicure, bisogna capire qual è il problema che la blocca.

Mi sento autodistruttivo è la spia che si accende per segnalarlo, il problema.

Lavorare in psicoterapia significa perciò ricalibrare le proprie credenze rispetto a quello che facciamo e a quello che, invece, “subiamo” nelle nostre vite, a partire da ciò che ci spinge a pensare sempre e solo che sia… colpa nostrae basta.

Francesco Rizzo

Psicologo Psicoterapeuta Padova