Mio figlio è tornato a casa ubriaco…!
Il problema del consumo di alcolici in adolescenza è una questione tristemente nota a moltissimi genitori.
Molte mamme e molti papà raccontano di aver sorpreso il proprio figlio, nel cuore della notte, tornare a casa talmente ubriaco da non riuscire neanche a camuffarlo ai loro occhi.
Altri ancora hanno motivo di credere – oppure ne hanno proprio le prove! – che anche in pieno giorno i figli adolescenti facciano regolarmente uso di alcolici, procurati attraverso espedienti di gruppo e consumati in maniera clandestina, magari dall’amico che ha casa libera o in un parco.
È chiaro che si tratta di un problema importante, che non lascia tranquilli e non va sottovalutato.
Anche perché, quasi sempre, sembra che tanto le soluzioni punitive quanto la ricerca del dialogo sortisca effetti pari a zero. Magari, l’adolescente promette di mettere la testa a posto, e invece, continua a “sgarrare”.
Perché gli adolescenti bevono?
In adolescenza, la dimensione fondamentale di crescita e di esperienza della realtà è costituita dal gruppo, il cosiddetto gruppo dei pari: le scelte e l’interpretazione del mondo si basano sull’inevitabile pressione sociale esercitata dal gruppo di amici.
Si badi bene: il gruppo non è ASSOLUTAMENTE da demonizzare, anzi: è un canale necessario per stringere relazioni significative e introdursi nella vita della collettività, imparando a gestire la propria personalità nel contatto con quella degli altri (capacità imprescindibile nella vita adulta).
Tuttavia, è altrettanto vero che in adolescenza il gruppo finisce, spesso, per incoraggiare comportamenti a rischio: sono molti i ragazzi che dichiarano, ad esempio, di aver cominciato a bere per essere fighi, oppure per fare come quelli dell’ultimo anno, e così via.
L’alcol diventa una sorta di status symbol, che contribuisce a costruire l’identità (o almeno, questo è quello che crede un adolescente).
Alcol in adolescenza: soltanto influenza sociale?
Non proprio.
Ci sono altri due fattori che esercitano fascino sugli adolescenti:
- la trasgressione: fare cose in opposizione alla regola è molto spesso un modo, per l’adolescente, di affermare se stesso e di edificare un’immagine di sé forte, indipendente. Il divieto, invece di ostacolare la tendenza a un certo tipo di comportamento, in adolescenza finisce spesso per essere un incentivo;
- la sensazione di sballamento, che sempre più adolescenti cercano in maniera attiva.
È bene spendere qualche parola in più su quest’ultimo punto.
La ricerca di sensazioni forti è alla base di numerose condotte adolescenziali a rischio: l’alcol, per l’appunto, ma anche il consumo di stupefacenti.
L’impiego di sostanze, alcoliche o sintetiche che siano, per accedere a un livello di coscienza diverso, grazie al quale sentirsi più sicuri, più “sciolti”, è probabilmente il fattore più “nascosto” all’interno di questi comportamenti, ma forse, anche il più insidioso.
Dietro questa scelta, infatti, spesso si cela un malessere profondo, un’insoddisfazione verso se stessi e/o verso il mondo circostante, che l’adolescente cerca di combattere attraverso l’euforia dell’alcol che «fa dimenticare tutto», come spesso si sente dire in adolescenza.
È bene che, in caso di adolescenti col vizio della bottiglia, queste motivazioni profonde possano venir fuori, portando alla luce le ragioni meno apparenti del consumo di alcolici.
Come sempre, il discrimine sta nel mezzo: un drink in più a una festa può essere “assorbito” facilmente, senza creare implicazioni troppo evidenti (fermo restando che il consumo di alcolici in giovane età ha un impatto significativo sullo sviluppo cognitivo).
Se il consumo diventa regolare, è bene fermarsi a riflettere sul suo significato.
Una riflessione che senza dubbio la psicoterapia è in grado di sviluppare.
Convincere un adolescente a ricorrere all’aiuto di un professionista è come fare arrampicata col vento a sfavore.
Convincerlo che dietro l’abuso di alcol ci possa essere una motivazione nascosta e più grave di quello che sembra, è come scalare l’Everest: una vera impresa!
Eppure in adolescenza, molto spesso, chiedere aiuto di fronte al consumo alcolico eccessivo è davvero il primo passo per portare a galla questioni problematiche ancora più corpose, e altrettanto urgenti da correggere.
Francesco Rizzo
Psicologo Psicoterapeuta Padova