Perché non sono migliore di quello che sono?
È frustrante percepirsi non all’altezza della propria idea di sé.
Fa sentire in colpa: intorno a te c’è sempre qualcuno più felice, qualcuno che ha ottenuto più di quello che hai tu, qualcuno che si gode la vita mentre tu sei stressato e insoddisfatto.
Fa sentire in colpa perché hai la sensazione che il miglioramento del tuo benessere e l’innalzamento della tua autostima siano a portata di mano… eppure non riesci ad afferrarli.
Questo tipo di senso di colpa non solo è controproducente perché fonte di tristezza, e attacco continuo a te stesso.
È controproducente anche perché attiva un circolo vizioso molto subdolo: piuttosto che darti carburante per migliorare, il senso di colpa ti danneggia il motore.
Non sono buono a niente, e mai lo sarò.
Nel senso di colpa si nasconde questo retro-pensiero.
È come una forma di rassegnazione: progressivamente, la spinta a lottare e a cambiare si arresta. Non rimane altro che la sensazione di essere incompresi, di combattere inutilmente contro una forza che spinge a fondo.
Ecco il circolo vizioso: il senso di colpa ti sottrae energie che potresti spendere per capire come invertire questo flusso negativo.
Insomma, va a finire che da un senso di colpa come questo non ti ci schiodi più.
Perché mi sento così in colpa per quello che sono?
Questo tipo di senso di colpa nasce da un’aspettativa eccessiva nei propri confronti, unita a una severità troppo esigente verso se stessi.
Tutto ciò che percepisci come un tuo piccolo o grande difetto, risulta non solo ingigantito, ma anche, e soprattutto, imperdonabile.
Sì, semplificando, si può dire che la chiave per sbarazzarsi di questo senso di colpa è… la capacità di perdonarsi.
Viviamo in un mondo votato alla competizione e alla ricerca del successo a ogni costo.
Sentirsi inferiori, se un tempo era percepito come una colpa, oggi è LA COLPA: il mondo corre… e tu, che fai? Stai a guardare?
Perdonati di non essere perfetto: la perfezione non esiste.
Più alziamo l’asticella dei nostri obiettivi (personali e/o professionali che siano) più ci esponiamo al rischio di un fallimento.
Se poniamo l’asticella a un millimetro dalla nostra idea di perfezione… beh, dobbiamo solo prepararci alla delusione.
Sembra un messaggio banale, e invece è la chiave: la perfezione non esiste, ma possiamo individuare giorno dopo giorno degli obiettivi di cambiamento, di miglioramento.
Certo: ci sarà sempre qualcuno che ci apparirà più… simpatico, più forte, più valido, più felice.
La vita, però, non è una gara, e tutti i difetti che individui in te… sono caratteristiche della tua personalità.
Pensa a questi difetti come degli spigoli: li puoi limare, affinare, ammorbidire… (il margine potenziale per il cambiamento c’è, c’è sempre) ma non li puoi cancellare del tutto.
Questo, però, non è un problema: nessuno è senza difetti.
La chiave del “perdono” di cui ti parlo sta tutta qui.
Come migliorarsi?
Ripetuta la premessa che migliorarsi non significa diventare perfetti… migliorarsi è innanzitutto arrivare alla radice più profonda del problema che sentiamo in noi.
Capire come è nato, quando si manifesta con maggiore intensità e/o con quali persone… e così via.
È una comprensione di noi stessi fondamentale, per vivere bene: permette di migliorare prima di tutto ai nostri occhi l’immagine che guardiamo tutti i giorni allo specchio.
Attraverso la psicoterapia, è possibile arrivare al fondo nascosto di queste difficoltà e… riportarle alla normalità. BADA BENE: parlo di una normalità percepita, ovvero una forma di tranquillità, persino di serenità, nel pensare che un aspetto problematico come… la timidezza, la pigrizia, l’irascibilità, etc., è qualcosa che fa parte di noi, e migliorarlo non significa stravolgere completamente la propria personalità.
Diffida di chi ti promette trasformazioni totali di te stesso attraverso forme di trattamento psicologico.
La psicoterapia può far tanto sul senso di colpa aiutando il paziente a integrare le difficoltà che sente in un proprio orizzonte personale, transitando da una visione di se stessi del tipo
Come sono fatto male!
A una visione del tipo
Sono fatto così. Fa tutto parte di me.
Francesco Rizzo
Psicologo Psicoterapeuta Padova