Depressione e senso di vuoto
Depressione Padova – Cura della Depressione a Padova – Dott. Francesco Rizzo Psicologo
La depressione e il senso di vuoto sono esperienze dolorose che spesso procedono a braccetto.
Risulta difficile definire a parole cosa sia questa percezione di vuoto dentro.
Eppure, si tratta di una condizione sorprendentemente frequente.
La si può descrivere come una sensazione a cavallo tra corpo e mente.
Qualcuno la intuisce all’altezza del cuore, come una ferita interna.
Altre persone, invece, la associano a una nebbia mentale che offusca la reale natura delle cose.
Ciò che caratterizza il senso di vuoto è la convinzione che manchi qualcosa.
È come sentire un buco, un’assenza a un livello così intimo che si fa fatica a esprimere verbalmente.
In generale, il vuoto interiore è una “spia” piuttosto attendibile di un malessere depressivo.
Nello specifico, il senso di vuoto è un indicatore di un tipo “particolare” di depressione.
A grandi linee, possiamo distinguere due tipologie di depressione:
- reattiva, che origina cioè da qualcosa che è successo nella realtà, (ad es. un lutto);
- narcisistica, che non riguarda strettamente qualcosa che è accaduto nel concreto.
In psicologia, “narcisismo” è un termine che si presta a moltissime accezioni.
Non è il caso di soffermarcisi più di tanto in questa sede.
È sufficiente sottolineare che la depressione narcisistica ha come caratteristica fondamentale il senso di vuoto.
Anche la depressione reattiva può imporre questa percezione di blackout interiore a chi ne soffre, ma in quel caso, esiste (anche) una spiegazione rintracciabile nella realtà.
Sentire il vuoto depressivo è come avvertire che qualcosa manca a livello emotivo.
Per questo, il senso di vuoto sfugge alle parole: è difficile descrivere una mancanza che riguarda il proprio stato interiore.
La mancanza di qualcosa…
Qualunque persona analizza e vive il mondo esterno sulla base del proprio mondo interno: convinzioni personali, emozioni, esperienze di vita…
Quella da senso di vuoto è la depressione di chi non trova corrispondenza, nella realtà, tra ciò che desidera e ciò che possiede.
Molto spesso, chi avverte questo senso di vuoto si esprime in termini del tipo:
«Non mi manca niente… e allora, perché sono così infelice?»
Tuttavia, qualcosa manca, anche se non è un oggetto concreto.
Si prova ad andare avanti, ma rimane questo profondo senso di delusione verso ciò che si ha.
Il senso di vuoto depressivo è come una voce che sussurra all’orecchio quest’insoddisfazione sotterranea.
Tentare di ignorare il tarlo non è solo inutile, rischia persino di peggiorare le cose.
Far finta di niente attiva un circolo vizioso parecchio infido: la depressione latente si rinforza quando si cerca di far andare tutto così com’è.
Il senso di vuoto si allarga, come una faglia interna, una spaccatura.
Più passa il tempo più l’impressione diventa dolorosa.
Si può parlare, in questi casi, di depressione sorridente, che indica lo sforzo di dimostrare a se stessi e agli altri che tutto va bene e non ci sono problemi.
Può succedere perché, come detto, è complicatissimo descrivere a parole ciò che comporta questo vuoto dentro.
Ma accade anche perché si finisce per sentirsi in colpa:
«se nulla manca, nel concreto, allora come la spiego agli altri questa sofferenza?»
È difficile immaginare che qualcuno possa comprendere questo stato di cose così nascosto all’apparenza.
Come si cura il senso di vuoto?
Esiste una causa scatenante la sensazione di vuoto e di insoddisfazione.
Diversamente dalla depressione reattiva, però, è una causa tutt’altro che evidente.
Le ragioni del senso di vuoto affondano le radici in profondità nella storia personale di chi ne soffre.
Come dire: qualcosa è successo, qualcosa manca… ma non si lascia intravedere.
Eppure, il sintomo emerge proprio “in vece” di quel qualcosa che manca.
È come un ambasciatore del malessere profondo, che esiste.
Il senso di vuoto si cura individuando questa matrice nascosta, e lavorandoci.
La psicoterapia è il grimaldello più efficace per accedere alla tana in cui si cela questa “matrice”.
Innanzitutto, la psicoterapia rappresenta quasi sempre il primo spazio di ascolto di questa sofferenza sussurrata.
Uno spazio d’ascolto in cui ragionare sulle cause e anche viverne il carico di stress emotivo in un ambiente protetto, dove non esiste forma di giudizio avverso.
Più a lungo termine, la psicoterapia è in grado di accedere a quelle ragioni che si annidano nei nascondigli della mente.
Le persone che intraprendono un percorso di terapia personale per affrontare questo senso di vuoto arrivano a individuare la causa della propria sofferenza.
Questa causa, in linea generale, riguarda proprio la distanza tra ciò che si desidera nel profondo e ciò che si sente di ricevere dal mondo.
Un esempio può essere una relazione d’amore deficitaria, ma da cui non ci si riesce a staccare (e bisogna capire perché, per farlo), o una posizione lavorativa non valorizzante l’espressione più autentica di sé.
Il “catalogo” delle ragioni potrebbe estendersi anche oltre.
Il punto è che non esiste una sola depressione, ma al contrario esistono forme depressive che variano di persona in persona.
Allo stesso modo, anche il senso di vuoto è qualcosa di soggettivo, e come tale va affrontato.
Francesco Rizzo
Psicologo Psicoterapeuta Padova