Cosa nasconde lo stress post-vacanze?
La sindrome da rientro vacanze è una condizione quasi sempre banalizzata.
Viene di solito banalizzata su toni di battuta, del tipo
«dopo questa vacanza, me ne servirebbe un’altra!»
Forse è vero che per la maggior parte delle persone il rientro dalle vacanze non è più di tanto un problema.
Eppure, per qualcuno lo stress post-vacanze non rappresenta semplicemente una condizione di nostalgia nei confronti delle ferie.
La vita di tutti i giorni è dominata dal lavoro e dalle incombenze.
Il confronto tra la quotidianità e la serenità delle vacanze può farsi particolarmente doloroso per chi si sente insoddisfatto di ciò che ha.
È questa l’insidia silenziosa che si nasconde dietro l’insofferenza per il rientro dalle vacanze.
Esistono dei sintomi da rientro vacanze?
Sì, esistono dei sintomi e solo apparentemente sono insignificanti.
Essi possono comprendere:
- ansia;
- difficoltà di concentrazione;
- disturbi della digestione;
- insonnia;
- emicrania;
- sensazione di affaticamento;
- irritabilità e nervosismo;
- dolori muscolari,
- sbalzi d’umore;
- sensazione di depressione.
Non è facile tornare alla vita di tutti i giorni con sintomi e malesseri di questo tipo.
Il punto focale della questione, come sempre, è capire perché succede tutto questo.
Come detto, esiste una condizione per cui il confronto tra tempo di vacanze e tempo della quotidianità può diventare una fonte di stress emotivo.
È la condizione dell’insoddisfazione.
La cosiddetta sindrome da rientro vacanze colpisce soprattutto chi ogni giorno prova insofferenza per la propria vita.
Chi, ad esempio, vive una situazione profondamente frustrante
- al lavoro;
- in famiglia;
- con un partner.
Il campanello d’allarme può e deve scattare: fare ritorno all’esistenza comune è difficile perché esistono motivi di malessere che vanno affrontati.
Il rischio, al contrario, è di vivere una sorta di esistenza doppia:
- una parte di se stessi continua a rimuginare su quanto era bello stare senza pensieri, avendo potuto staccare la spina;
- un’altra parte di se stessi vive con dolorosa fatica le mansioni imposte dalla realtà.
Da un “bisticcio” interiore come questo non può che scaturire ulteriore nervosismo e senso di insoddisfazione: una mediazione tra le due parti sembra impossibile.
«Odio la mia vita: cosa posso fare?»
Non è esagerato parlare di odio: c’è chi parla della propria vita esattamente in questi termini.
Il rientro dalle vacanze è una spia che si accende e segnala il malfunzionamento, come se dicesse:
«sei stato così bene in vacanza, e adesso la rimpiangi, perché stai male con ciò che hai nella vita di tutti i giorni.»
Prima ancora di capire quali sono le ragioni profonde di questo dolore interiore, è necessario accettare che questo dolore esista.
Non è facile tollerare emotivamente la presenza di motivi, nella propria vita, per essere così insoddisfatti.
Ammettere a se stessi la propria infelicità è il primo passo per affrontare il tentativo di un cambiamento.
A partire da questo riconoscimento, è possibile lavorare sulle cause “sotterranee” che danno forza al malessere percepito.
Attraverso la psicoterapia, queste motivazioni possono venire alla luce ed essere affrontate.
Più nello specifico, la psicoterapia permette di definire con più precisione il quadro entro cui prende forma la sofferenza emotiva.
Consente, in altri termini, di transitare da una sensazione di malessere vago a una maggiore consapevolezza delle ragioni che rendono infelici.
La sindrome da rientro vacanze può diventare lo starter di un progetto di trasformazione di se stessi a 360°.
Francesco Rizzo
Psicologo Psicoterapeuta Padova