Voti bassi: solo questione di impegno…?
Il rendimento scolastico di un figlio adolescente è una questione che impone un’attenzione e una sensibilità molto accentuate.
Avere voti bassi è una situazione dolorosa sia per i genitori sia per il ragazzo.
Ma il poco profitto a scuola senza dubbio non dipende soltanto dallo scarso impegno nello studio.
L’esperienza della scuola, in adolescenza, è il risultato contemporaneo di
- fattori ambientali: ovvero, fattori legati al contesto (es. il tipo di scuola, il tipo di indirizzo…);
- fattori relazionali: ovvero, fattori legati alla qualità delle interazioni con i coetanei;
- fattori emotivi: ovvero, fattori legati allo specifico modo di vivere il mondo, che varia da ragazzo a ragazzo.
La tendenza a ricevere giudizi negativi non è qualcosa di fine a se stesso.
Piuttosto, quasi sempre le prestazioni scolastiche si connettono a stretto filo con i tre fattori elencati precedentemente.
L‘impegno nello studio di un adolescente è quindi fortemente influenzato dal benessere (o dal malessere…) personale del ragazzo in una o in più di queste sfere personali.
Scuola, emozioni, benessere personale
L’adolescente passa buona parte della sua vita a scuola.
Diverse ore le passa tra i banchi (o in DAD).
Molte altre, le trascorre invece a studiare.
La scuola, allo stesso tempo, diventa quindi
- un luogo che evoca emozioni;
- un luogo in cui è possibile depositare delle emozioni.
Nel primo caso, per molti studenti scuola significa
Nel secondo caso, la scuola in infanzia e in adolescenza diventa un modo di esprimere emozioni altrimenti incomunicabili.
In quest’ottica, qualunque “comportamento scolastico” va osservata ad ampio raggio.
In quest’ottica, quindi, anche prendere costantemente voti bassi è una situazione che va trattata con un’attenzione a 360°.
Quando il cattivo rendimento scolastico è originato da difficoltà emotive, non è l’impegno nello studio a dover essere considerato.
La domanda di base, dunque, deve trasformarsi.
Non è
Perché mio figlio non si impegna e finisce per prendere brutti voti?
quanto piuttosto
Come sta mio figlio?
Un approfondimento sul livello di benessere del ragazzo diventa una sonda molto più affidabile di quella garantita dal “semplice” voto in pagella.
Voti bassi: cosa fare?
Un percorso scolastico a rischio per i voti bassi è una situazione di forte stress per tutta la famiglia.
Talvolta, poter pensare che il profitto scolastico è scarso per mancanza di impegno è quasi consolatorio:
Basta che mio figlio si impegni di più, e il gioco è fatto!
Al contrario, percepire che sotto potrebbe esserci qualcosa di più, è una sensazione angosciante.
L’idea che una difficoltà emotiva possa influenzare una questione così concreta come quella scolastica fa sentire impotenti, della serie
E adesso? Come faccio a metterci mano?
Problematiche nella sfera sociale, o nella sfera delle relazioni, sono in effetti di difficile gestione.
Non si tratta di volontà: c’è qualcosa di più profondo.
La psicoterapia, in questi casi, è un’opportunità pratica di far luce sulla questione e di intervenirvi.
C’è da capire cos’è che sottrae energia al ragazzo.
Quell’energia che, normalmente, sarebbe a disposizione per attività come lo studio.
Rimanere ostaggi del pensiero «è solo questione d’impegno», però, rischia di tenere lontani dalla soluzione reale.
L’adolescenza ha dei “punti nevralgici” piuttosto specifici:
- le prime pulsioni sessuali;
- le prime relazioni “mature” con potenziali partner;
- le costanti oscillazioni di autostima.
Esistono però delle ragioni specifiche che causano malessere in un ragazzo e che sono “personali”.
Vale a dire che dipendono
- dalle caratteristiche soggettive dell’adolescente;
- dalla sua esperienza di vita.
La psicoterapia lavora proprio su queste specificità.
Nel caso di un figlio che ha voti bassi, la psicoterapia valuta le componenti personali alla base della difficoltà scolastica.
Perché Luca non va bene a scuola?
Perché Lara non va bene a scuola?
Rispondere a queste domande non è facile, proprio perché ogni aspetto di vita di un adolescente è il risultato di una combinazione così densa di fattori.
È importante però, e fin da subito, differenziare
- il piano dell’impegno, della volontà personale, delle competenze personali in una materia o in un’altra;
- il piano delle ragioni di sofferenza emotiva alla base degli insuccessi.
Sul primo è possibile operare accorgimenti tecnici.
Sul secondo, è invece necessario un approfondimento e un lavoro più “orientato”.
Voti bassi e insoddisfazione scolastica sono spie di una sofferenza molto più voluminosa, e molto più estesa.
Francesco Rizzo
Psicologo Psicoterapeuta Padova