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Adolescenza: depressione e body shaming

In adolescenza, depressione e body shaming possono procedere di pari passo.

Si potrebbe addirittura parlare, direttamente, di una depressione da body shaming.

Una definizione di questo tipo, però, comporta un rischio.

Il rischio è quello di sottovalutare gli elementi personali che incidono sulla propensione depressiva di alcuni adolescenti.

Subire body shaming è, senza dubbio, un’esperienza che agisce da fattore di stress emotivo ulteriore.

Per body shaming , più precisamente, s’intende l’atto di deridere qualcuno per il suo aspetto, prendendo di mira caratteristiche fisiche come:

  • sovrappeso;
  • “eccessiva” magrezza;
  • scarsa avvenenza;
  • dimensioni dei caratteri sessuali, come il pene o i seni;
  • “anti-estetismi” come l’acne o la psoriasi.

Si tratta di una parola di provenienza inglese: body sta per corpo, mentre shaming è una derivazione del campo semantico relativo alla vergogna.

Insomma, senza troppi sforzi potremmo tradurre questa formula in far vergognare qualcuno per il proprio corpo.

Dal body shaming alla depressione

Essere messi in imbarazzo per la presenza di caratteristiche fisiche malgiudicate è doloroso a ogni età.

In adolescenza, però, il discorso si fa ancora più delicato.

È proprio in questa fase, infatti, che si consolida l’autostima personale (oppure no…).

L’immagine corporea è un veicolo fondamentale dell’espressione di sé.

Per l’adolescente, l’immagine corporea è centrale nella caratterizzazione personale:

«sono ciò che sembro, ciò che appaio agli altri.»

Un corpo ritenuto inadeguato, brutto, è un corpo che

  • si predispone a disturbi alimentari, come l’anoressia, la bulimia o il binge eating;
  • impone la dolorosa (presunta) certezza di non poter essere apprezzabili da nessuno.

Il body shaming, insomma, ha effetti proprio sul corpo, in senso stretto, ma anche sull’autostima dell’adolescente.

La depressione da body shaming è quindi conseguenza diretta della svalutazione di sé a partire dalla svalutazione del proprio corpo.

Un adolescente che si ritiene così poco attraente da suscitare derisione negli altri è un adolescente che si sente inadeguato rispetto a qualsiasi interazione sociale.

Psicoterapia dell’immagine di sé

Come già detto nell’articolo, esistono dei fattori personali di vulnerabilità depressiva che possono essere esacerbati dal body shaming.

La psicoterapia si propone di individuare e intervenire proprio su questi fattori.

Più nello specifico, intraprendere un percorso di psicoterapia vuol dire

  • ricalibrare le distorsioni prodotte nell’immediato dai comportamenti subiti di body shaming, consentendo il recupero di un’immagine di sé più realistica e meno legata al giudizio altrui;
  • approfondire le motivazioni personali che espongono l’adolescente a una sofferenza così profonda e “specifica” rispetto a questioni legate al corpo e all’autostima.

Seguire entrambe queste traiettorie è fondamentale, perché permette di lavorare allo stesso tempo sul presente e sul futuro dell’adolescente.

Il punto, ovviamente, non è cambiare l’immagine corporea dell’adolescente.

La questione cruciale è piuttosto aiutare l’adolescente ad ammorbidire il proprio giudizio su se stesso, e così, anche l’effetto del giudizio esterno.

Raramente, però, è semplice convincere un adolescente a tentare la soluzione della psicoterapia.

Questa difficoltà s’inasprisce ulteriormente quando l’adolescente non crede nelle sue possibilità di far “fruttare” questa opzione (perché non crede in se stesso!).

Diventa allora fondamentale lavorare sulla sua motivazione.

Può essere molto prezioso presentare la psicoterapia come uno spazio in cui (finalmente!) poter sfogare la propria sofferenza senza il timore di essere giudicato.

La psicoterapia, in un certo senso, è come un ambiente protetto in cui fare esperienza di se stessi.

Francesco Rizzo

Psicologo Psicoterapeuta Padova