Senso di inadeguatezza in adolescenza
Avvertire un senso di inadeguatezza in adolescenza è un’esperienza sorprendentemente comune.
O forse, sorprendentemente fino a un certo punto.
L’adolescenza è la stagione della vita che più di tutte fa da teatro a vere e proprie rivoluzioni
- nell’identità;
- nel corpo;
- negli atteggiamenti caratteriali;
- nelle scelte.
Le trasformazioni, sul piano psicologico così come su quello fisico, sono continue e intense.
Queste trasformazioni possono diventare sfondo di un malessere più o meno accentuato.
Il senso di inadeguatezza (in adolescenza, ma in fondo anche in età adulta) può “infiltrarsi” nella vita di chi lo soffre proprio a cavallo di questi profondi rivolgimenti.
Un punto focale riguarda la percezione di distanza tra ciò che si é… e ciò che si vorrebbe essere.
Trasformarsi, purtroppo, non vuol dire automaticamente piacersi.
Sentirsi inadeguati significa non sentirsi all’altezza, di qualcosa o… di tutto.
È un problema degno di attenzione, e riguarda l’autostima dell’adolescente.
Dalla (bassa) autostima al senso di inadeguatezza… e viceversa
Non è utile osservare la problematica del senso di inadeguatezza da un unico punto di visuale.
Soggezione, imbarazzo nelle relazioni sociali, nascono in un contesto di bassa autostima.
Allo stesso tempo, però, rinforzano la bassa autostima nel momento in cui cominciano a imporsi.
Si attiva, insomma, un circolo vizioso:
- la bassa autostima impedisce di percepire sicurezza in se stessi e “lanciarsi” (ad es., in una nuova conoscenza);
- l’impossibilità a lasciarsi andare impedisce di fare “palestra relazionale“, ovvero non consente di tuffarsi nelle nuove esperienze e apprendere da esse.
È una sorta di cortocircuito, un cane che si morde la coda.
Sentirsi non all’altezza degli altri è doloroso.
In adolescenza, però, è un tema particolarmente delicato, perché la sfiducia in se stessi può contemporaneamente
- condizionare il presente dell’adolescente;
- pregiudicare il futuro dell’adolescente.
Un ragazzo o una ragazza che avvertono inadeguatezza, finiranno per sottrarsi alle interazioni sociali tanto nell’immediato quanto a lungo termine.
Psicoterapia del senso di inadeguatezza in adolescenza
L’elemento chiave del senso di inadeguatezza, in adolescenza come in età adulta, è la paura del giudizio altrui.
L’idea che un coetaneo possa guardare con riprovazione e/o scherno può essere addirittura terrorizzante.
Ciò che ne può conseguire è un sempre più rigido evitamento delle occasioni sociali:
non partecipare alla vita degli altri significa non esporsi al rischio del giudizio.
Come detto, è una dinamica difensiva che alimenta se stessa, e uscirne risulta sempre più difficile.
Intervenire con la psicoterapia significa dapprima provare a interrompere questo pericoloso circolo vizioso.
Come?
Innanzitutto, lavorando sulle cause profonde del senso di inadeguatezza e della bassa autostima.
Individuare le ragioni “nascoste” di queste difficoltà è come individuare il danno che impedisce a un’auto di mettersi in moto.
Se non si individua il guasto, nella maniera più specifica possibile, non ci si può nemmeno intervenire.
Gli esseri umani non sono certo macchine, ma il discorso è parimenti applicabile.
Vanno comprese e affrontate le motivazioni personali che impongono a quell’adolescente una sfiducia così forte in se stesso.
Queste motivazioni sono sempre una combinazione di fattori individuali e sociali.
Poterci lavorare significa creare condizioni di fiducia che permettano all’adolescente di sentirsi sufficientemente sicuro con gli altri.
Non esiste una ragione universale in grado di spiegare la sensazione di essere inadeguati.
Al contrario, ogni ragione è “specifica” e va inquadrata nella storia personale del singolo individuo.
Francesco Rizzo
Psicologo Psicoterapeuta Padova