Differenza tra panico e ansia in adolescenza
C’è differenza tra panico e ansia (in adolescenza e non solo)?
La risposta è sì, anche se spesso i due termini finiscono per essere utilizzati in maniera intercambiabile.
Tanto gli attacchi di panico quanto la cosiddetta ansia generalizzata rappresentano un’espressione di malessere personale sempre più diffusa tra i più giovani.
E non è raro che un giovane sperimenti, durante gli anni della sua adolescenza, sia il panico sia l’ansia.
Anche i contesti in cui il panico e l’ansia si scatenano sono spesso sovrapponibili.
La scuola, sicuramente, è un “ambiente di coltura” privilegiato per la sintomatologia da panico e per quella ansiosa.
Ma non è l’unico.
In linea generale, possiamo dire che un ambiente “competitivo” può trasformarsi in un catalizzatore potente del panico come dell’ansia.
Non c’è dubbio che la scuola sia, per molti ragazzi, un ambiente competitivo.
Più in generale, però, anche il solo contatto tra coetanei è spesso fonte di confronti che l’adolescente mette in moto tra se stesso e gli altri.
Il punto focale è che questa competizione non è soltanto tra se stessi e gli altri.
Una quota importante di questa competizione si gioca tra… se stessi e se stessi.
Un circolo vizioso tra sintomi emotivi e sintomi corporei
Una distinzione tra queste due esperienze – ambedue molto dolorose – è importante perché può indirizzare in maniera appropriata un intervento di cura.
In entrambi i casi, sia il corpo sia la mente sono messi sotto pressione:
- da pensieri ripetitivi, ossessivi, che riguardano principalmente “scenari catastrofici”;
- da sensazioni fisiche di tensione fortissima.
La differenza fondamentale da sottolineare riguarda la temporalità.
Il panico è un’esplosione di angoscia improvvisa.
L’ansia è invece un’esperienza più continuativa nel tempo.
Va da sé, quindi, che gli attacchi di panico si presentano anche con un’intensità maggiore.
Al contrario, l’ansia sembra viaggiare su una lunghezza d’onda regolare e persistente.
Una chiave di lettura vantaggiosa può allora essere quella di trattare l’uno come manifestazione dell’altro.
Più precisamente, possiamo considerare il panico come esperienza picco dell’ansia.
L’attacco di panico rappresenta quindi una vera e propria eruzione d’ansia, o un’improvvisa scarica di alta tensione a partire da un flusso continuo di elettricità.
Cosa succede quando l’allarme rientra? Ovvero, cosa succede quando si riesce a contenere l’attacco di panico?
Nell’immediato, succede che l’adolescente avrà un… motivo d’ansia ulteriore.
Si tratta dell’ansia di ulteriori attacchi di panico, di qui a qualche tempo.
Qualcosa che sente difficilmente controllabile, e anche per questo, ancora più spaventoso.
Psicoterapia dell’ansia (e del panico) in adolescenza
Come detto, è importante tenere a mente le differenze tra panico e ansia per poter intervenire più efficacemente.
Il panico si rende evidente attraverso manifestazioni “clamorose”.
Anche l’ansia, però, può essere individuata, nonostante sia più silenziosa.
Di solito, l’ansia in adolescenza genera nei genitori una risposta: la preoccupazione.
Percepire il proprio figlio come ansioso – per esempio rispetto allo studio – fa tintinnare un campanello d’allarme che suona più o meno così:
«forse mio figlio si preoccupa troppo per questa cosa…»
Realizzare che l’apprensione del proprio figlio è apparentemente sproporzionata, è un passo decisivo.
Quest’apprensione può riguardare la scuola, per l’appunto.
Ma può anche avere a che fare con timori sul proprio corpo.
Oppure, con un’autostima dolorante, che impedisce di stringere relazioni soddisfacenti con i coetanei.
Ci torna utile, in questi casi, la nozione di competitività accennata a inizio articolo.
In adolescenza, sentirsi inferiori agli altri è un’anticamera insidiosa per l’ansia e per il panico.
La psicoterapia va a intercettare proprio queste cause, non sempre così evidenti.
Individuare le ragioni “sotterranee” di sintomi come quelli ansiosi o da panico è necessario per trattare il disturbo a lungo termine.
Nell’immediato, invece, la psicoterapia può aiutare l’adolescente a dotarsi di strumenti di gestione emotiva migliori di fronte a queste forme di stress mentale.
In altri termini, può aiutare a prevedere l’insorgenza dell’attacco di panico e a “depotenziare” la sensazione di ansia continua.
Francesco Rizzo
Psicologo Psicoterapeuta Padova