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Adolescenza: autolesionismo da Covid-19?
Adolescenza e autolesionismo – Padova – Dott. Francesco Rizzo Psicologo

Si può parlare, in adolescenza, di autolesionismo da Covid-19?

Una formula di questo tipo suggerisce l’esistenza di un legame tra l’autolesionismo e la situazione pandemica corrente.

Alcuni dati supportano questa ipotesi.

Uno studio di Save The Children, ad esempio, ha individuato un aumento considerevole dei casi di autolesionismo in età adolescenziale nel biennio 2020-2021.

Tuttavia, il collegamento tra autolesionismo e Covid-19 in adolescenza non è così immediato come indicherebbe una lettura superficiale di questi risultati.

In linea generale, nell’ultimo decennio i casi di condotte autolesionistiche tra i più giovani si sono incrementati a ritmo costante.

La “soluzione autolesionistica“– che consiste nell’autoinfliggersi dolore fisico per sfuggire al dolore emotivo – si è fatta sempre più predominante in tempi relativamente brevi.

E la pandemia ha sicuramente imposto all’adolescenza una quota di malessere interiore piuttosto marcata.

L’irruzione del Covid-19 ha funzionato come un detonatore di sofferenze precedentemente celate. 

Il disagio su cui l’autolesionismo si aggancia forse non è nato con la pandemia, ma si è accentuato nel clima di inquietudine generale che l’umanità è costretta a vivere negli ultimi tempi. 

L’autolesionismo come reazione alla perdita di controllo

Uno degli impatti più considerevoli della pandemia sul benessere mentale riguarda la sensazione di perdita di controllo sulla propria esistenza.

Si tratta di una forma di stress emotivo che investe tanto l’adolescenza quanto l’età adulta, pur con delle differenze.

Sfuggire al virus non è semplice, e in ogni caso, comporta una serie di cautele e restrizioni piuttosto sofferte.

Questa impressione dolorosa di spossesso della propria vita tocca i più giovani in un’età delicata.

Parliamo dell’età – l’adolescenza, per l’appunto – in cui il senso di potere sulle proprie decisioni tende a implementarsi quasi fisiologicamente.

Dai 13 ai 18 anni, nei ragazzi si accresce il desiderio di self-agency, ovvero il desiderio di indipendenza nel proprio stare al mondo

La percezione di self-agency, o autoefficacia, ha subito una mortificazione consistente in epoca pandemica.

Per qualche adolescente, questa perdita è fonte di una sofferenza particolare.

L’autolesionismo da Covid-19, se così lo si vuol chiamare, è una risposta a questa privazione così frustrante.

Attraverso condotte come il self-cutting, solo per fare un esempio, alcuni ragazzi sembrano recuperare la sensazione di controllo sulla propria vita.

Il potere di fare del proprio corpo ciò che si vuole fa sentire attivi, padroni del proprio vivere.

Anche questa pratica funge perciò da “soluzione autolesionistica“: l’estremizzazione della propria self-agency contrasta il senso di limitatezza.

La psicoterapia in tempi di Covid-19 (e nell’epoca dell’autolesionismo…)

In adolescenza, la psicoterapia può essere un’opportunità particolarmente preziosa.

Come accennato in precedenza, l’età adolescenziale è per eccellenza la stagione della vita in cui si comincia a sperimentare quel senso di autoefficacia necessario alla crescita e al benessere psicologico.

La frustrazione di questa normale tendenza ha un duplice, pericoloso effetto:

  • nell’immediato, espone a sentimenti dolorosi di depressione e rabbia, nonché a comportamenti rischiosi (come l’autolesionismo);
  • a lungo termine, intacca in profondità la percezione di self-agency, e la compromette anche in età adulta.

La psicoterapia in adolescenza può diventare quindi un alleato importante perché interviene in entrambe le direzioni.

Nello specifico, la psicoterapia con l’adolescente

  • offre una prima, tempestiva sponda d’ascolto del dolore emotivo;
  • consente d’individuare le motivazioni profonde del malessere psicologico (quelle cause che sono acuite da fenomeni come la pandemia da Covid-19).

Nel caso dell’autolesionismo, ad esempio, una causa misconosciuta riguarda l’autostima

La questione fondamentale da prendere in considerazione è che non esistono cause universali del disagio psicologico.   

O per meglio dire, esistono eventi dolorosi per tutti (e la pandemia lo è), ma la reazione all’evento traumatico è sempre personale, e va approfondita

Offrire all’adolescente un percorso di psicoterapia consente di raggiungere le sue, personali motivazioni.

Quando si tratta di autolesionismo, la questione si fa ovviamente ancora più urgente, perché di mezzo c’è anche l’incolumità fisica

Fortunatamente, l’epoca moderna non ci ha consegnato solo il Covid-19, ma anche strumenti vantaggiosi che abbattono le distanze.

Nella fattispecie della psicoterapia, esiste la possibilità di intraprendere percorsi online, attraverso servizi di videochiamata come Zoom.

In tempi complicati come questi, in cui spesso è in discussione anche solo la possibilità di uscire all’esterno, poter usufruire della psicoterapia anche da casa è una soluzione particolarmente favorevole.

 

Francesco Rizzo

 Psicologo Psicoterapeuta Padova