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Depressione e dipendenza affettiva
Depressione Padova – Cura della Depressione a Padova – Dott. Francesco Rizzo Psicologo

Tra depressione e dipendenza affettiva può esistere un legame che non sempre è facilmente riconoscibile.

Molte persone che soffrono di depressione fanno di tutto per non appoggiarsi agli altri.

Il tentativo di gestire in autonomia la propria sofferenza interiore è motivato dal senso di colpa.

Chi è depresso, tende a sentirsi talmente pesante per gli altri da evitare ogni forma di interazione sociale.

Eppure, esiste un’eccezione a questa “regola”.

È l’eccezione imposta dalla cosiddetta dipendenza affettiva.

Che cosa s’intende con questa formula?

Dipendenza affettiva si potrebbe tradurre con dipendenza dall’altro.

La dipendenza affettiva è un meccanismo psicologico disfunzionale: il rapporto di coppia è vissuto come condizione indispensabile per la sopravvivenza.

In altre parole, chi soffre di love addiction sente che la vita non può avere senso al di fuori della relazione d’amore.

Il bisogno patologico dell’altro finisce per annientare se stessi; convince a non ascoltare i propri bisogni più profondi per focalizzarsi completamente su quelli del partner.

La paura che si nasconde dietro questa dedizione nei confronti dell’altro è l’abbandono, l’idea di essere lasciati.

Ma qual è la connessione che può crearsi tra depressione e dipendenza affettiva?

Depressione: «non so pensarmi da solo…»

La depressione comporta uno stato di bisogno dell’altro che, il più delle volte, è messo a tacere con uno sforzo di volontà.

Questo sforzo di volontà, come detto, è messo in moto da un profondo senso di colpa, ovvero l’idea di essere insopportabilmente pesanti per gli altri.

Eppure, la depressione può trasformarsi in dipendenza affettiva.

Più precisamente, la dipendenza affettiva può diventare per qualcuno un modo di affrontare la propria depressione.

Il partner – o comunque un soggetto particolarmente significativo, come un amico, un genitore, un figlio… – finisce per diventare una sorta di antidepressivo in carne e ossa.

La presenza nella propria vita di questa “persona significativa” diventa perciò basilare:

«Senza di lui/lei non so stare…»

La sensazione di non poter fare a meno dell’altro può quindi nascondere un’angoscia di tipo depressivo.

In altri termini, la dipendenza affettiva – e la paura dell’abbandono che c’è dietro – trovano giustificazione nella percezione di non poter stare da solo.

Questa assoluta necessità dell’altro si riflette:

  • nell’impossibilità di rassicurarsi da soli quando qualcosa va male;
  • nella difficoltà a prendere decisioni in maniera autonoma;
  • nel convincimento «valgo qualcosa solo se condivido la mia vita con lui/lei».

L’esperienza dolorosa della bassa autostima è, in effetti, una delle espressioni più tipiche della depressione.

La sensazione di dipendenza affettiva può quindi essere un sintomo di depressione, non sempre decifrabile.

Psicoterapia: imparare a pensare (anche) per sé

La psicoterapia, in linea generale, è una delle risorse più preziose a disposizione di chi soffre di depressione.

Nello specifico, però, intraprendere un percorso di psicoterapia in presenza di dipendenza affettiva ha un valore “intrinseco” che è bene sottolineare.

Uno degli effetti fondamentali del trattamento psicoterapeutico è il recupero della propria “autonomia funzionale”.

Per autonomia funzionale, s’intende la capacità di gestire con serenità

  • le proprie scelte personali;
  • i comportamenti e le emozioni.

La facoltà di poter decidere della propria vita è ostacolata dalla depressione, e completamente schiacciata dalla dipendenza affettiva.

Sentire di poter pensare da soli, e vivere la propria esistenza (anche) in assenza dell’altro: l’autodeterminazione è l’obiettivo principale di una psicoterapia.

La psicoterapia della depressione lavora

  • nell’immediato, sulla gestione della sofferenza interiore, offrendo uno spazio d’ascolto e di risposta al dolore;
  • a lungo termine, sulle cause profonde che originano la depressione e/o la convinzione di non potercela fare da soli.

Non esiste una forma unica e universale di depressione.

Né esiste una motivazione valida per tutti che spieghi l’intenso bisogno di avere una persona accanto a sé.

Qualunque forma di crescita personale passa per un lavoro su di sé che dev’essere “calzare” come un abito su misura.

Nel caso della depressione e della dipendenza affettiva, la meta è la comprensione delle proprie, personali ragioni che impongono questa sofferenza emotiva.

Implementare la propria autoconsapevolezza rispetto a ciò che si é (e a ciò che fa soffrire) può essere il primo passo del cambiamento.

Francesco Rizzo

Psicologo Psicoterapeuta Padova