Adolescenza e bisogno di accettazione
In adolescenza, il bisogno di accettazione da parte degli altri è un’urgenza piuttosto impellente.
A ben vedere, sentirsi accettati è un’esigenza che non riguarda solo l’adolescenza, poiché anche in età adulta l’approvazione altrui è un’esperienza costantemente ricercata.
Eppure, è in adolescenza che il bisogno di accettazione si fa particolarmente pressante.
Ben più che nell’infanzia, in questa fase di vita si consolidano le prime domande su se stessi:
- chi sono?
- quanto valgo?
- chi sono e quanto valgo agli occhi degli altri?
Per molti adolescenti, questa forma di auto-interrogazione è parecchio assillante.
E una risposta negativa a queste domande esistenziali produce una sofferenza emotiva consistente, perché va a toccare aspetti identitari molto intimi.
Sentirsi bene con se stessi è una necessità.
Farsi accettare dagli altri lo diventa altrettanto, dal momento che lo sguardo degli altri finisce per riflettere ciò che la persona crede di se stessa.
L’adolescente trova quindi la propria, sana comfort zone, solo se percepisce intorno un clima di “consenso” sulla sua persona.
Questo feedback esterno rinforza la sua fiducia di base.
Al contrario, esperienze deludenti dal punto di vista dei rapporti con i coetanei infliggono colpi dolorosi all’autostima.
«Se gli altri non mi accettano, non posso accettarmi neanche io…»
La percezione di essere emarginati, non considerati, non piaciuti, apre due strade all’adolescente:
- il tentativo affannoso di compiacere gli altri, magari esponendosi a comportamenti a rischio (fumo, alcol, droghe…);
- la forzata autoesclusione dalla vita sociale e relazionale (sindrome di Hikikomori).
È evidente come entrambe queste traiettorie possano essere insidiose, pur in modo diverso tra loro.
La bussola che orienta entrambe le direzioni è il bisogno di accettazione.
In adolescenza, questo bisogno si può tradurre anche come bisogno di gruppo.
Vale a dire: nessun/a ragazzo/a è un’isola.
Sentirsi parte di un gruppo è un’esigenza fondamentale per la crescita.
Ci si può riferire al gruppo ristretto degli amici più prossimi.
Ma si può andare anche oltre: un esempio può essere il gruppo dei più popolari a scuola.
L’aspirazione a entrare in un gruppo del genere può convincere che siano necessari dei comportamenti estremi.
Far parte da protagonisti di questi gruppi è insomma un motore importante di molte azioni degli adolescenti.
Se però a un certo punto questo desiderio viene sentito come impossibile, la reazione può essere quella della chiusura verso il mondo.
È un po’ l’altra faccia della medaglia di questo bisogno di accettazione.
Percepire disapprovazione intorno a sé (magari anche sotto forma di dolorose prese in giro) può portare a una presa di posizione ostinata:
«gli altri mi rifiutano? Allora io rifiuterò gli altri.»
Anche questo ritiro sociale è un comportamento a rischio, in maniera analoga al fumo, all’alcol o all’utilizzo di sostanze stupefacenti.
Di sicuro, rinunciare alla possibilità di una qualunque relazione non è segno di buona salute emotiva…
Relazionalità in adolescenza e psicoterapia
Godere di buoni rapporti con se stessi e con gli altri è un’esigenza inderogabile.
Allo stesso tempo, però, non può diventare un imperativo che fa perdere di vista la realtà.
Non è certo il numero di relazioni a fare la felicità.
È la qualità, di queste relazioni, a garantire benessere.
Aiutare un adolescente a intrecciare buone interazioni con gli altri è il vero imperativo.
La psicoterapia può fare molto in caso di insoddisfazione relazionale in adolescenza.
Primariamente, la psicoterapia può supportare il ragazzo/la ragazza in un processo di rilettura della realtà.
Le esperienze considerate fallimentari in fatto di rapporti con gli altri possono essere riviste in nuova luce.
Un ammorbidimento delle rigidità con cui l’adolescente guarda a se stesso è già, di per sé, un’esperienza parecchio terapeutica.
In misura più profonda, la psicoterapia è in grado di chiarire le motivazioni più nascoste del bisogno di accettazione da parte degli altri.
Per dirla in altre parole, la psicoterapia individua le ragioni non evidenti che rendono tanto instabile l’autostima dell’adolescente.
Un intervento di questo tipo può migliorare allo stesso tempo sia il benessere presente sia quello futuro.
Come detto, in adolescenza il bisogno di accettazione è un’espressione insopprimibile dell’essere.
Più di qualche volta, però, è fondamentale mitigare l’urgenza e l’impatto di questa necessità, aiutando la persona a stare bene prima di tutto nei propri panni.
Francesco Rizzo
Psicologo Psicoterapeuta Padova