«Faccio di più per gli altri che per me stesso…»
La sensazione di avere relazioni fortemente sbilanciate è più comune di quanto si pensi.
Per relazioni sbilanciate, s’intende la dinamica per cui non ci si sente ricambiati rispetto a ciò che si dà in un rapporto.
Al contrario, l’impressione è quella di fare sempre di più rispetto
- al proprio partner;
- ai propri amici;
- ai propri colleghi;
e così via.
Di per sé, risulta già interessante un dato, quello accennato all’inizio dell’articolo:
Molte persone avvertono questa percezione, più di quanto sembri.
Questa evidenza suggerisce due spunti
- della sensazione che le proprie interazioni con gli altri siano sbilanciate si parla poco;
- è una “meccanica” strettamente relazionale: esistono molte persone di cui ci riuscirebbe difficile pensare che sentono questo sbilanciamento, all’interno dei propri legami.
Il secondo punto impone una riflessione fondamentale:
La sensazione di avere relazioni sbilanciate ha a che fare col proprio modo di vedere le relazioni.
Questa considerazione non esclude affatto che, nella realtà, si verifichi davvero questo disequilibrio relazionale.
L’attenzione però va riportata su se stessi.
Vediamo in che senso.
«Perché sento che le mie relazioni sono sbilanciate?»
Si può dire che a questa dinamica di sbilanciamento di apporti finiscano per partecipare due “attori”:
- l’altro (o gli altri…);
- se stessi.
È piuttosto facile rendersi conto di come le persone intorno finiscano per “appoggiarsi” e far fare tutto all’altro.
Meno facile è percepire il contributo soggettivo a questo tipo di dinamica:
E se fossi io a mettere in moto determinati comportamenti?
In psicoterapia succede spesso che le persone che avvertono costantemente questo sbilanciamento, comincino a intuire quanto di “personale” c’è in questo meccanismo.
Vale a dire: senza dubbio esistono persone che trovano particolarmente comoda la possibilità di poter delegare…
Ma la “scelta” del delegato avviene quasi sempre sulla base delle caratteristiche della persona investita di quel ruolo.
Questo significa che le persone che sentono sbilanciate le proprie relazioni, sono spesso persone che si prestano, non sempre consapevolmente, a questo tipo di dinamica relazionale.
È un’esperienza frustrante
- sentire che gli altri fanno costantemente affidamento su di noi, appesantendoci con richieste pressanti;
- sentire che, in fondo, non si riesce a fare a meno di assecondare queste richieste.
Ma è proprio a partire da quanto di “personale” è investito in queste relazioni monodirezionali, che è possibile cominciare a riflettere su un possibile cambiamento.
Psicoterapia e relazioni sbilanciate
Quello che è possibile ottenere da una psicoterapia, in questo caso, è individuare la ragione profonda del proprio mettersi sempre al servizio degli altri.
Il “motivo interiore” che porta a sacrificare le proprie esigenze e a mettere al primo posto quelle di chi ci sta intorno.
È come se la caratteristica di fare di più per gli altri di quanto facciano loro risponda a un bisogno personale inconsapevole.
Un esempio può essere la necessità di porsi sempre in una posizione di “credito”, e mai in una posizione di “debito”.
Per molte persone è difficile pensare di dover qualcosa all’altro.
Al contrario, ci si sente molto più sereni nell’essere dalla parte di chi dà, invece che ricevere.
Ragionare sulle motivazioni profonde che ispirano questo tipo di rapporto con l’altro significa
- ripercorrere la propria storia personale;
- riflettere sulle emozioni, i bisogni, le paure che si associano a questo tipo di relazione.
Si tratta di un lavoro difficile da spiegare a parole perché unico e diverso per ogni persona, così come uniche e diverse sono le esperienze di vita che hanno costruito un certo tipo di atteggiamento nei confronti del mondo.
Sentirsi condannati a relazioni sempre sbilanciate è un fardello pesante da sostenere per tutta la vita.
Lavorare in direzione di un cambiamento, o perlomeno di un ammorbidimento di questo rigido stato delle cose, può essere importante per recuperare una porzione di serenità autonegata da troppo tempo.
Francesco Rizzo
Psicologo Psicoterapeuta Padova