«Mio figlio è bersagliato dai suoi prof!»
La scuola rappresenta uno snodo fondamentale di acquisizioni di crescita a partire dalla prima infanzia.
In adolescenza, però, la scuola assume un’importanza del tutto particolare nel percorso di vita personale del ragazzo.
Quando parliamo di adolescenza, parliamo della stagione di vita che più di tutte le altre mette alla prova le capacità relazionali della persona.
Come mai proprio l’adolescenza?
Fino agli 11 o 12 anni, il ragazzo fa esperienza di relazioni:
- relazioni con i suoi coetanei;
- relazioni con gli adulti (non più solo i suoi genitori)
A partire dall’adolescenza, il ragazzo sperimenta ciò che ha appreso nella fase precedente e lo consolida.
In adolescenza, insomma, si gioca buona parte del destino relazionale della persona.
E c’è una relazione, in particolare, che merita un’attenzione specifica: la relazione con gli insegnanti.
Diversamente dagli anni precedenti, in adolescenza il ragazzo sente di poter fronteggiare più alla pari i suoi professori.
«non sono più un bambino!»
È una convinzione molto forte, per l’adolescente: i professori rappresentano l’autorità, ma anche lui può dire la sua.
Adolescenti e insegnanti: un incontro impossibile?
La rappresentazione sociale degli insegnanti, negli ultimi anni, ha subito una trasformazione considerevole.
Fino a qualche tempo fa, il professore era percepito come punto di riferimento e guida per l’adolescente ma anche per i genitori stessi.
Oggi, invece, è più frequente una situazione opposta, che vede l’insegnante indebolito da elementi di svalutazione e contestato perché
- troppo severo;
- troppo intransigente;
- troppo esigente;
e così via.
I rapporti con i professori, per l’adolescenza del XXI secolo, sono all’insegna della conflittualità esplicita.
Succede spesso che i ragazzi si sentano personalmente attaccati:
«Il prof ce l’ha con me!»
E di solito, rispondono per le rime.
Non è cambiata soltanto la rappresentazione dei professori: sono cambiate le modalità di interazione col mondo della scuola, e quindi, anche con gli insegnanti.
Semplificando: se un tempo i ragazzi si guardavano bene dal cercare la sfida con i professori, oggi è il contrario.
D’altro canto, ci sono anche adolescenti che non percepiscono dentro se stessi la forza necessaria a confrontarsi ad armi pari con gli insegnanti.
Questi ragazzi finiscono per vivere la scuola come una prigione, attraverso il tramite della relazione frustrante con i professori.
Sia l’una sia l’altra opzione danno un risultato quasi identico: l’esperienza scolastica diventa fonte di stress, nervosismo, agitazione.
Anche le prestazioni vengono meno, i voti crollano, e si attiva un pericoloso circolo vizioso: maggiori sono le incomprensioni, maggiore è il rischio di scarso rendimento, e persino di bocciatura.
Adolescenza, scuola, relazioni
In adolescenza, attraverso il rapporto con i professori, s’intravedono in controluce le modalità relazionali del ragazzo.
Che si tratti di un adolescente
- che cerca attivamente lo scontro con gli insegnanti;
- che sente di “soccombere” di fronte alle loro richieste
le interazioni con i docenti dicono molto di come i ragazzi interagiscono col mondo.
Attraverso il rapporto con i propri insegnanti, gli adolescenti si mettono alla prova e testano le proprie capacità.
Per questo, tenere d’occhio questo specifico aspetto dell’esperienza scolastica complessiva è di grande importanza.
Avere idea di come i propri figli si relazionino con i professori è un buon indice dei loro successi (o insuccessi) scolastici.
Ma soprattutto, è un indice di comprensione del loro modo di entrare in relazione con le altre persone.
Va posta grande attenzione sul rapporto adolescenti–insegnanti perché dice molto non soltanto del presente scolastico dei ragazzi, ma anche del loro futuro di adulti e di cittadini del mondo.
La conflittualità con gli insegnanti non va data per scontata, come qualcosa che è così da sempre e per sempre così sarà.
Intervenire su questo specifico frammento dell’esperienza di vita dei ragazzi, laddove si ravvisino delle criticità, significa intervenire sulla qualità della loro vita futura.
Francesco Rizzo
Psicologo Psicoterapeuta Padova