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«Mio figlio a scuola non vuole neanche più metterci piede!»

La scuola, in adolescenza, è uno dei luoghi in cui si manifestano più di frequente crisi d’ansia e attacchi di panico.

Reazioni emotive così forti generano malessere nella vita dell’adolescente, e allo stesso tempo ne ostacolano il percorso di studi (e quindi, di vita). 

Che cos’è l’ansia?

Ansia in adolescenza: perché proprio a scuola?

In adolescenza, la scuola è un fondamentale punto di snodo della vita del ragazzo: ci sono gli amici, i compagni di classe…

… e ci sono i professori, i compiti, le verifiche, le interrogazioni, gli esami…

Sintetizzando, si può dire che i nuclei fondamentali del benessere in adolescenza sono

  • la relazione con amici e compagni;
  • la “dimensione prestazionale“, legata ai voti e al rendimento scolastico.

Se qualcosa va storto in uno di questi ambiti, o in entrambi, l’adolescente subisce duri colpi alla sua felicità e alla sua autostima.

L’ansia a scuola è l’anticipazione di uno scenario disastroso che riguarda i rapporti sociali e/o il profitto scolastico.

Se vado male… è una catastrofe!

È un po’ questo il pensiero che accompagna l’ansia in adolescenza (ma in fondo, anche nell’età adulta).

Ha a che fare con l’immagine che il ragazzo sente di trasmettere all’esterno:

  • agli occhi di compagni e amici;
  • agli occhi dei professori;
  • agli occhi dei dei genitori.

Per molti adolescenti, ricevere un brutto voto significa danneggiare irrimediabilmente quest’immagine; significa essere bollati come incapaci, buoni a nulla, perdenti… e non c’è soluzione per cambiare le cose.

L’ansia a scuola, insomma, può generarsi quando l’aspettativa sul proprio rendimento scolastico è così enorme da allargarsi alla considerazione complessiva che l’adolescente ha di sé.

Prendere buoni voti è l’unico modo per fuggire al pericolo di una caduta d’autostima.

Questo iper-investimento sulla scuola non può che generare ansia.

Ansia a scuola: che fare?

Occorre comprendere perché l’adolescente percepisce la propria immagine di sé così fortemente legata a un unico parametro: quello del voto scolastico.

È una problematica che denota una fragilità importante dell’adolescente, che muterà al cambiare delle sfide che gli si paleseranno davanti.

Lo studio diventerà il lavoro, le relazioni importanti… e tutto continuerà ad essere fonte di ansia.

Comprendere cos’è che lega così strettamente autostima e prestazione scolastica non è immediato.

La causa di questa connessione si annida nella storia personale del ragazzo.

Oppure, per meglio dire, nell’interpretazione che l’adolescente ha sviluppato di determinati eventi.

Un esempio?

Già a partire dalle elementari, in qualche modo il ragazzo ha inteso che potrà essere amato se e solo se otterrà buoni risultati.

Per smontare questa associazione errata occorre tempo.

E occorre, soprattutto, individuare le motivazioni profonde attraverso un percorso di psicoterapia.

Dove l’ansia diventi eccessiva fino a essere paralizzante, richiedere l’aiuto di un professionista è un passo fondamentale.

La psicoterapia consente

  • di alleggerire il carico d’ansia che il ragazzo è costretto a portarsi dietro al cospetto della scuola;
  • rinforzare le sue risorse e rimaneggiare la sua immagine di sé, percepita così difettosa e imperfetta.

L’ansia è una divoratrice di energie, su cui un intervento mirato deve essere allestito nel minor tempo possibile.

Francesco Rizzo

Psicologo Psicoterapeuta Padova