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Importante per tutti, speciale per nessuno.

Non sentirsi amati è qualcosa di diverso da non essere amati.

A chi prova la dolorosa sensazione di non sentirsi amato, non è sufficiente sapere che chi ha intorno lo stima, tiene a lui, gli vuole bene.

Al centro di questo disagio emotivo non c’è nessuna alterazione della realtà: chi non si sente amato sa di essere ben voluto.

Però, non si sente speciale per nessuno.

È una forma di dolore psicologico bruciante, perché riguarda uno dei bisogni più intimi dell’essere umano.

Ed è bruciante perché il non sentirsi amati fa percepire se stessi

  • incapaci a suscitare l’amore altrui;
  • in colpa, in quanto incapaci di suscitare l’amore altrui.

Si può arrivare persino a pensare di essere del tutto “inutili”:

«Se scomparissi, nessuno se ne accorgerebbe.»
«Qualcuno all’inizio se ne dispiacerebbe, ma poi tutti se ne farebbero una ragione…»

È una convinzione che molte persone senza una relazione stabile finiscono per crearsi.

«Non mi sento amato da nessuno»: perché succede?

Nell’analisi di questa condizione di disagio emotivo, vanno distinti due piani:

  • il piano di realtà: la persona che non si sente amata è una persona che ha degli amici e dei familiari che tengono a lui… ma questo non basta;
  • il piano soggettivo: la sensazione interiore segue fino a un certo punto la realtà esterna, e la percezione personale è quella di essere ben voluto da tutti, ma amato da nessuno.

Le due cose non sono incompatibili, tutt’altro.

E chiunque, pensandoci bene, è in grado di tracciare questa differenza tra affetto amore.

Una persona che non si sente amata è una persona che ritiene se stessa non all’altezza dell’amore altrui.

Questa convinzione attiva un circolo vizioso:

La certezza di non poter essere amati diventa un tunnel da cui è difficile venir fuori.

Alla base di questa sofferta consapevolezza c’è l’idea di possedere un difetto di base; un difetto “strutturale”, cioè che fa parte della persona come se fosse innato.

«C’è qualcosa, dentro di me, che mi rende repellente.»

Un pensiero del genere finisce per “legittimare” la realtà:

«Se nessuno mi ama, è colpa mia

Anche questa idea finisce per rinforzare il circolo vizioso: la persona che non si sente amata evita le situazioni che potrebbero smentire questa certezza per paura di soffrire.

Come si “corregge” questo difetto di base?

Sembrerà banale, ma il primo passo è capire che non c’è nessun difetto di base dentro di sé.

Il secondo è comprendere che è proprio la paura di soffrire a mettere in moto il meccanismo che impedisce di sentirsi amati.

Stringere relazione con una persona “speciale” significa condizionare parte della propria felicità di individuo singolo e farla dipendere anche da un’altra persona.

Un’eventualità di questo tipo espone al rischio di sentirsi rifiutati: un’altra esperienza tra le più dolorose, dal punto di vista emotivo.

Più che correggere un difetto di base, bisogna allora capire cos’è che alimenta la convinzione di non valere abbastanza per gli altri.

Oppure, per definirla con altre parole, la certezza che nessuno ci riterrà mai speciali; che nessuno potrà mai pensare a noi come quella persona insostituibile e irrinunciabile.

Si tratta di una motivazione interiore profonda, che non è semplice portare alla luce.

La psicoterapia può essere d’aiuto:

  • è il metodo più efficace per far luce sulle proprie zavorre emotive, sui blocchi interni che impediscono di vivere la vita che si desidera;
  • propone un ascolto della sofferenza emotiva che non è possibile trovare altrove: la sensazione di non essere amati è psicologicamente stressante, e in questo senso, trovare un canale di sfogo è di grande supporto;
  • non emette giudizi: la persona che sente di non poter essere amata è particolarmente severa con se stessa, e in questo senso è importante che possa trovare uno spazio che in nessun modo conferma queste autovalutazioni al ribasso.

Attraverso la psicoterapia è possibile agire tanto sul presente, doloroso, quanto sul passato e su ciò che ha costituito lo stato di malessere del tempo attuale.

Non sentirsi amati non è né una condanna, né un destino.

Francesco Rizzo

Psicologo Psicoterapeuta Padova