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Quando il passato fa soffrire.

Cambiare il passato di una persona è impossibile.

Eppure, è l’obiettivo di gran parte delle persone che decidono d’intraprendere una psicoterapia.

Un’infanzia difficile è un tratto che accomuna molti pazienti.

Si badi bene: quando si parla d’infanzia difficile, o d’infanzia infelice, non ci si riferisce necessariamente a un’infanzia costellata di evidenti episodi di sofferenza, come possono essere

  • maltrattamenti;
  • abusi sessuali;
  • gravi lutti;
  • condizioni d’indigenza.

Non è detto che in un’infanzia debbano essersi verificate situazioni traumatiche così clamorose, per essere ricordata con dolore.

Esiste una gamma molto vasta di esperienze apparentemente poco eclatanti, ma che possono aver inciso ferite profonde nell’esistenza delle persone.

Sentire che il proprio passato è causa dei malesseri del presente riporta a un’antica, e incisiva, riflessione di Sigmund Freud:


Il bambino è il padre dell’uomo.


Ciò che siamo nel presente dipende – anche – da ciò che siamo stati nel passato.

Per dirlo in maniera più articolata, il modo in cui agiamo nel mondo è direttamente influenzato dalle esperienze personali che hanno contraddistinto la nostra infanzia.

Quando parliamo di esperienze personali, insomma, non parliamo soltanto di esperienze “estreme”.

Anche il bambino che si è sentito escluso dagli altri, o quello che non si è sentito amato dai propri genitori, è diventato un adulto sofferente. E importa fino a un certo punto se determinate esperienze sono accadute “realmente”.

Non si cambia il passato, ma solo il presente.

Non c’è verso di cambiare quello che è stato.

Sembra banale, e invece dal punto di vista psicologico è spesso una dura verità da accettare.

Non c’è modo di eliminare una sofferenza del passato, né di intervenire su ciò che l’ha causata.

È anche per questo che le ferite dell’infanzia continuano a… sanguinare: senza che nessuno se ne sia preso cura, non si sono mai rimarginate.

L’uomo non ha potere sul proprio passato.
Ha potere sul proprio presente.

Anche questa appare come una considerazione ovvia, ma in realtà, è lo switch in grado di fare la differenza tra il dolore di ieri e la serenità dell’oggi.

Si può intervenire sulle conseguenze di ciò che è stato.

Ed è proprio quello che si fa attraverso una psicoterapia: riprendere il passato per scrivere una trama nuova nel presente.

Se la ferita esiste, non è detto che debba far male per sempre.

Quella ferita assume, nel presente, nomi e caratteristiche varie:

  • insicurezza cronica;
  • timidezza patologica;
  • sfiducia nei confronti degli altri;
  • predisposizione a relazioni tossiche

e così via.

Difficoltà come quelle elencate affondano le radici nel passato – ed è un passato che va riattraversato, esplorato, analizzato – ma sono questioni che si affrontano nel presente.

Il passato va compreso, non risolto.

Effettuare questa fondamentale trasformazione di visuale è il primo passo per modificare il proprio status quo negativo.

Francesco Rizzo

Psicologo Psicoterapeuta Padova