«I miei progetti falliscono sempre…»
Non riuscire a portare a termine i propri progetti di vita è un’esperienza molto comune.
Ed è un’esperienza particolarmente frustrante, perché impedisce l’autorealizzazione personale, ovvero non consente di prendere in mano la propria esistenza e imprimerle la direzione che si desidera.
Che si tratti di un corso di formazione, di una dieta, o che si tratti del più ampio progetto di cambiare se stessi… sembra sempre esserci una forza che trattiene, che impedisce l’azione.
Ho trattato precedentemente il problema della difficoltà di cambiare
e il problema della paura di cambiare
(sembrano sinonimi, ma non lo sono).
In questo articolo parliamo specificamente di uno dei più potenti motori di cambiamento: la perseveranza.
Si può definire la perseveranza come la capacità di portare avanti le proprie iniziative nel tempo.
Più precisamente, la perseveranza è la capacità di prolungare uno sforzo in assenza di gratificazioni immediate.
La parte segnata in corsivo è fondamentale.
Cosa significa in assenza di gratificazioni immediate? E cosa ha a che fare con l’autorealizzazione personale?
Perseveranza significa durata nel tempo
Il punto debole di molti progetti è il fatto che pongono obiettivi troppo lontani nel tempo.
Non è facile tener duro giorno dopo giorno, se il momento del successo non è immediato.
Ma è anche vero che non si ottengono risultati veri in quattro e quattr’otto: semplicemente non è possibile, soprattutto se l’obiettivo è a lungo raggio, proprio come una dieta, o come l’autorealizzazione di se stessi.
La gratificazione promessa dai progetti di vita che proviamo a portare avanti appare sempre distante, e questo sottrae energia.
Mollare è facile perché consente di raggiungere senza sforzo un obiettivo immediato.
Continuando negli esempi già citati
- se si è a dieta, la soddisfazione del momento di un cibo ad alto contenuto calorico appare molto più allettante della soddisfazione a lungo termine di migliorare il proprio stato di forma;
- se si è in un processo di autorealizzazione personale, se cioè si sta provando a cambiare se stessi, tornare ai vecchi schemi di riferimento (la comfort zone) è rassicurante, e lo è nell’immediato.
Provare a cambiare impone uno sforzo enorme.
Lo sforzo è proprio quello di proiettare avanti nel tempo la gratificazione personale.
La perseveranza è la capacità di tener duro di fronte a questo sforzo; d’insistere quando il desiderio e le energie sono in calo.
Come si sviluppa la perseveranza?
Conoscere il meccanismo che abbiamo descritto nelle righe precedenti è già un buon punto di partenza.
Anticipare il desiderio di gratificazione immediata diventa possibile nel momento in cui lo si percepisce, lo si sente arrivare.
Non cedere di fronte alla tentazione di una soddisfazione immediata rinforza la capacità di perseveranza e crea un circolo virtuoso.
Tuttavia, come si sviluppa la perseveranza non è forse la questione da porsi.
Se fosse così semplice, basterebbe imporsi di resistere.
Eppure, non basta dirselo.
La vera domanda è:
cos’è che ostacola la perseveranza?
E quindi, cos’è che ostacola le possibilità di autorealizzazione personale?
La risposta è: la paura di cambiare.
L’abbiamo citata anche più su.
Tentare di cambiare e non riuscire significa avere un motivo inconscio per non cambiare.
Questo motivo genera una resistenza al cambiamento che non consente mai di uscire davvero dalla propria comfort zone.
Una volta smorzato l’effetto novità del progetto che proviamo a portare avanti, una volta esaurito lo sprint, quel motivo inconscio torna a dominare.
La psicoterapia è il modo migliore per arrivare all’origine di questo blocco.
Autorealizzazione e resistenza al cambiamento
Cambiare impone un considerevole dispendio di energie (quello di ricalibrare le proprie convinzioni su se stessi e il mondo).
Rimanere fermi, così come tornare alle vecchie abitudini, non costringe a nessuno sforzo, è anzi rassicurante.
Allenare la propria perseveranza, quindi, non può che partire dall’individuazione della causa profonda che genera la paura di cambiare, possibile attraverso la psicoterapia.
Senza comprendere a fondo cos’è che ostacola qualsiasi progetto di cambiamento personale, compreso quello che chiamiamo di autorealizzazione, la parola perseveranza è soltanto un contenitore vuoto.
Sviluppare perseveranza parte dal conoscere il proprio nemico, ovvero la resistenza al cambiamento che si annida nella propria fibra più interiore.
Significa, in altri termini, arrivare a comprendere il valore profondo del cambiamento personale, di fronte al quale sfigura qualsiasi gratificazione immediata (ma menzognera).
Nessun cambiamento è in grado di resistere al tempo se non si è affrontato il blocco sottostante che lo incrina, giorno dopo giorno.
Francesco Rizzo
Psicologo Psicoterapeuta Padova